La frase sbagliata

Alle volte ti esce dalla bocca una parola sbagliata, una frase che neanche pensi e che non sai più neanche come ha fatto a finire in quella conversazione. Quella frase può ferire e non potrai mai ritirarla, puoi solo chiedere scusa e con tutto l’amore di cui sei capace stare vicino alla persona che ami.

Il cuore conosce la verità, non le parole.

Natale e regali

A pochi giorni dal Natale si viene bombardati da mille pubblicità che dovrebbero spingere agli acquisti più disparati, dai panettoni per la cena della Vigilia ai regali per i bambini, dalla tecnologia all’abbigliamento.

Ogni anno si sente la solita polemica: “ormai il Natale è solo una festa consumistica, non ha più significato!”.

Sapete una cosa?

Io non sono d’accordo. Io trovo che in questo rincorrere il regalo giusto per la persona che ami, per gli amici, per i parenti, in tutto questo prepararsi ai pranzi ed alle cene delle feste ci sia comunque un qualcosa di magico.

E’ vero che in questo periodo siamo tutti più stressati perchè oltre al solito lavoro ed alla solita vita si aggiunge questo tour de force per la ricerca del regalo perfetto, ma volete mettere il viso felice di una nonna che con le sue mani rugose apre il tuo regalo e ti abbraccia per un semplice libro? Il viso del tuo papà che non si aspettava la macchinetta del caffè nuova? Lo sguardo di tua cognata quando trova nel pacchetto il suo smalto per unghie preferito?

Scegliere il regalo di Natale è come dire: “ho pensato proprio a te”, per questo amo questa festa.

Una canzone può cambiare la vita?

O meglio una vita può essere influenzata da una canzone?

La risposta è sì e questa è la mia esperienza.

Tempo fa mi è capitato di sentire per caso in una trasmissione TV un accenno di una canzone… facendo un po’ di ricerche ho scoperto di quale canzone si trattava.

Da allora ho ascoltato e riascoltato migliaia di volte questo pezzo ed ogni volta provo un brivido ed un’emozione indescrivibile.

Scelgo questa canzone come colonna sonora di diversi momenti della giornata… durante colazione, in macchina mentre vado a lavoro, la sera per rilassarmi o in una tediosa domenica pomeriggio, addirittura come suoneria del cellulare.

Questa canzone mi entra dentro per la perfezione della musica, degli accordi, della melodia, quando ascolto l’intro tutto il mio corpo è felice e sembra dire “Oh I love this song!!!!”.

Il testo poi è un inno alla ricerca della felicità ed io voglio ardentemente essere felice!

La canzone è “Don’t stop Believin” dei Journey e questo è il testo:

Just a small town girl, livin’ in a lonely world
She took the midnight train goin’ anywhere
Just a city boy, born and raised in south Detroit
He took the midnight train goin’ anywhere

A singer in a smokey room
A smell of wine and cheap perfume
For a smile they can share the night
It goes on and on and on and on

(Chorus)
Strangers waiting, up and down the boulevard
Their shadows searching in the night
Streetlights people, living just to find emotion
Hiding, somewhere in the night.

Working hard to get my fill,
Everybody wants a thrill
Payin’ anything to roll the dice,
Just one more time
Some will win, some will lose
Some were born to sing the blues
Oh, the movie never ends
It goes on and on and on and on

(Chorus)

Don’t stop believin’
Hold on to the feelin’
Streetlights people

Don’t stop believin’
Hold on
Streetlight people

Don’t stop believin’
Hold on to the feelin’
Streetlights people

 

Quello che mi manca… bilanci di fine agosto

Da qualche giorno mi ritrovo ad essere molto pensierosa.

Saranno le vacanze finite?

Sarà che si torna ai problemi di tutti i giorni?

Sarà il caldo?

Comunque sia, è da qualche giorno che penso penso penso…e penso.

A niente ed a tutto in particolare, soprattutto a quello che mi manca.

Mi manca una famiglia… mia mamma alla mia età (34 anni) aveva già due figli adolescenti ed io in questo momento vorrei tanto poter realizzare questo sogno…

Mi manca la serenità sul lavoro, è una corsa continua al raggiungere lo stipendio, a come fare per risollevare la situazione e al raggiungimento di una certa stabilità…

Mi manca il tempo che corre troppo in fretta…

Mi manca la felicità del mio compagno che da tempo non è soddisfatto di ciò che lo circonda…

Mi manca il coraggio di apportare cambiamenti drastici alla mia vita…

Invio queste mie parole nell’etere per lasciarle andare e ripartire domani con un raggio di sole…

Italian “Quote Rosa”

During the last years Italian politics is facing many critical issues. One of these is the presence of women in politics and in the main position of business enterprises. Actually the presence of women in high positions both in business and politics in Italy is really low. For this reason, government studied a new law that is called “quote rosa” (literally pink quotas). Thanks to this new law the women should get at least a fifth of the seats on the Boards of Directors Committees in Companies listed and in Parliament. But why a Country need a law to force the employment of women in important roles?

Italian women are active in many business activities but tend to be concentrated in low or middle-level positions. It seems that the possibility of career is precluded to women. This is certainly related to a stereotype of woman that is still deeply rooted in Italian culture. Woman is the “Queen of the House” for many Italians (especially in South Italy) and despite the fact that nowadays many women work as well as men, this stereotype of “mother and housewife” continue to block the possibility of their careers. When facing a job interview, for example the fact of having a family is a good reason to choose another person, even if this one could be less qualified for the job; part-time job are quite impossible to obtain and pregnancy is seen as an obstacle for a career.

This stereotype is so strongly rooted that government choose to impose a law to change this state of mind and the “quote rosa” are an answer to this need. Will it be a sufficient measure to change the schema about women that is present in Italian minds? The law is active from November 2012 and it is now actually implemented.

In my opinion Authority (in this case Governement) is trying to change this stereotype creating another “schema”. If more and more companies and the government itself employ more women, people will be soon accustomed to see them in more powerful jobs and the stereotype of the typical Italian housewife and mother woman will change. The process itself will take long time and school education could also give an important contribution to this by helping young minds creating a new context in which chances for women and men will be equal. Context is fundamental for individuals and groups and this law could be a starting point for a new concept of women in Italy. It will be interesting to see how Italians will react to this experiment but I think that it is too soon to make a firm statement about the issue.

Perchè la sera per gli italiani comincia così tardi ?

Ho viaggiato spesso e quello che più mi colpisce tutte le volte nei paesi dove sono stata è la gestione diversa degli orari rispetto all’Italia.

Parlo in generale di paesi quali gli Stati Uniti, Inghilterra, Scozia, Germania…

Qui in Italia in genere si esce tardi da lavoro, si cena verso le 20:00/20:30 e si esce dopo le 22:00. All’estero invece gli orari di lavoro sono più contenuti (non è che si fanno meno ore, semplicemente, magari si comincia prima, oppure si fa una pausa di lavoro più corta). Molti uffici terminano il lavoro già alle 17:00 ed in alcuni casi anche i negozi chiudono alle 18:30 (non parlo ovviamente delle città estremamente turistiche dove invece gli orari sono per forza di cose più allungati). Parliamo di una città media estera o di una qualunque periferia.

La cena è già alle 18:00/18:30, se vogliamo chiamarla cena perchè solo qui in Italia c’è la tradizione del cenone tutte le sere composto da primo, secondo, contorno, frutta. La cena all’estero è molto più rapida ed in genere è composta anche solo da un piatto (zuppa oppure pasta oppure hamburger oppure….).
Oltre al fatto di essere più rapida la cena in genere non si fa a casa, si fa nei locali, già con gli amici e dopo (stiamo parlando a questo punto “solo” delle 19:00) si è liberi per fare attività, socializzare, andare nei locali.

A questo punto si può rientrare a casa per riposarsi ad un’ora decente, dopo aver passato una serata in compagnia.

Perchè mi colpisce tutto questo? Perchè mi sembra che questa diversa concezione degli orari “dopo lavoro” faciliti la socializzazione:

  1. punto primo non ci si chiude tutte le sere in casa dopo il lavoro per una cena che dura 1 ora 1 ora e 1/2
  2. si esce presto e quindi si hanno ancora energie per fare attività, anche solo andare in palestra
  3. si ritorna a casa ad un’ora decente ed il giorno dopo si è freschi per un’altra giornata lavorativa
  4. si esce di più avendo più tempo libero da dedicare a ciò che piace.
  5. uscendo più spesso è più facile conoscere gente ed allargare il proprio giro di amicizie.

Perchè non prendiamo esempio da questi paesi e cominciamo a rivedere anche noi i nostri orari, non si vivrebbe tutti un pochino più sereni?

Laureati di oggi fanno il lavoro dei diplomati di ieri

Laureati di oggi fanno il lavoro dei diplomati di ieri

Condivido questo articolo che rappresenta un problema attualissimo e grave: il valore della laurea in Italia.

“l’inserimento di laureati avviene per lo più tra imprese che restano simili a se stesse e sostituisce ai diplomati di ieri i laureati di oggi”. Sono assolutamente d’accordo con questa analisi perchè la mia esperienza lavorativa rispecchia esattamente questo discorso.

Finita la laurea ho effettivamente trovato in fretta lavoro in aziende che cercavano esclusivamente laureati. Ovviamente, appena uscita dagli studi non ero alla ricerca di stipendi altissimi ed ero consapevole della gavetta necessaria per raggiungere un’occupazione stabile. Dopo qualche anno l’occupazione stabile è arrivata ma non con essa un adeguato adeguamento del compenso che è rimasto sempre nella media di € 1.000/€ 1.100 che è esattamente quanto prende un qualsiasi impiegato in qualsiasi azienda (anche senza la tanto richiesta laurea).

Ora mi chiedo: oltre alla soddisfazione personale di un accrescimento culturale, la laurea non dovrebbe poter offrire una qualità di vita più elevata? Prospettive di carriera maggiori?

Ci si ritrova invece ad avere uno stipendio medio con possibilità di crescita pari a zero se non per anzianità di servizio.

“Se non hai la laurea non ti assumo ma non sono disposto a pagare di più per questo”.

Non mi sembra che tutto ciò abbia molto senso….

http://www.linkiesta.it/riforma-universitaria-3-piu-2